L’ipercheratosi, definita comunemente callosità, occhio di pernice o durone, è un ispessimento della cute in risposta difensiva alle continue sollecitazioni di compressione e sfregamento e può interessare diverse aree del piede come la pianta, gli spazi interdigitali e dorsali delle dita, il tallone, i solchi ungueali.
La causa delle ipercheratosi è principalmente meccanica, dovuta per esempio ad una scorretta deambulazione, deviazioni scheletriche (dita a martello, l’alluce valgo) o utilizzo di calzature incongrue. In alcuni casi l’ipercheratosi può evolvere in quadri infiammatori come le ulcere o le borsiti. La presenza di un’ipercheratosi sulla superficie del piede, anche in assenza di sintomi, potrebbe essere correlata a problematiche di appoggio che, preventivamente, devono essere prese in considerazione ( visita biomeccanica ).
Altre cause possono essere di origine dermatologica come la psoriasi, la cheratosi palmo-plantare, la cheratosi attinica. Il trattamento podologico, in prima istanza mira ad ottenere una remissione del sintomo mediante l’escissione della callosità e un opportuna medicazione seguita da una proposta di piano terapeutico.
Obbiettivo fondamentale della cura è l’individuazione delle cause che portano allo sviluppo della lesione al fine di giungere ad una risoluzione definitiva o quantomeno ad una attenuazione significativa della stessa.
L’Ipercheratosi, se non trattata adeguatamente, in soggetti con patologie quali diabete, problematiche vascolari, immunodeficienza, o nell’anziano debilitato, può essere causa di severe complicanze e portare ad infezioni di rilevante entità con interessamento dell’osso sottostante o non limitate al solo piede.
L’onicocriptosi, nota come unghia incarnita, è una patologia che interessa più frequentemente la lamina dell’alluce.
Si tratta di un processo flogistico, doloroso, spesso purulento, con possibile presenza di granuloma piogenico (neoformazione di tipo benigno) causato da una ferita indotta dalla penetrazione della lamina ungueale nel solco.
La lesione, se non trattata nel modo corretto, spesso non risolve spontaneamente nemmeno con terapia antibiotica locale o sistemica.
L’unghia incarnita in soggetti con patologie quali diabete, problematiche vascolari, immunodeficienza o nell’anziano debilitato, può essere causa di severe complicanze e portare ad infezioni di rilevante entità con interessamento non limitato al solo piede.
Cause più frequenti di onicocriptosi sono: taglio scorretto dell’unghia, anomalie di curvatura della lamina, eventi traumatici, calzatura non idonea, terapie farmacologiche (es.: chemioterapia) e spesso una problematica di appoggio che determina un sovraccarico a livello dell’alluce o delle dita minori ( visita biomeccanica).
Nella stragrande maggioranza dei casi, l’onicocriptosi si risolve con un trattamento podologico che consiste nella rimozione incruenta della porzione di lamina interessata e in successive medicazioni fino alla completa remissione della sintomatologia. Risolta la fase acuta, vengono concordate visite periodiche per seguire la ricrescita della lamina e impedirne recidive. Con il medico curante, valutato il grado di infezione e lo stato di salute del soggetto, in alcuni casi viene attuata una terapia antibiotica sistemica.
Nel caso di recidive, escluse concause esterne all’unghia, è possibile considerare un intervento chirurgico di onicectomia parziale con matricectomia che viene eseguito presso il nostro studio da medici pratici in tali tecniche chirurgiche.
L’onicomicosi è un’ infezione delle unghie provocata da dermatofiti, muffe o lieviti che parassitano la lamina conferendole sfumature cromatiche che vanno dal biancastro al giallo ocra, dal verde al marrone. Quando l’infezione invade gli strati superficiali del corpo ungueale si può presentare in forma di chiazze opache di colore bianco. Se viene parassitato lo strato subungueale si determina un’onicolisi (scollatura) che può manifestarsi in forma di striature longitudinali o interessare tutta la lamina o parte di essa. In alcuni casi può esserci una concomitante tinea pedis, ovvero un fungo detto anche piede d’atleta, che interessa spesso gli spazi interdigitali o la pianta.
In caso di sospetta onicomicosi, presso il nostro studio viene eseguito un prelievo di materiale biologico e inviato ad un laboratorio per un esame micologico. Se il risultato è positivo, viene proposta una terapia laser e, in accordo con il medico curante, viene stabilita una terapia farmacologica topica. Questo approccio fornisce dei risultati eccellenti senza dover ricorrere a terapie mediche che prevedono l’utilizzo di farmaci sistemici (per via orale) che spesso comportano effetti collaterali.
L’onicomicosi può essere confusa con altre manifestazioni patologiche: le più frequenti sono l’onicolisi di natura traumatica o microtraumatica e l’unghia psoriasica, ma vi sono anche altre patologie più rare come i tumori del letto ungueale, il lichen planus o la sindrome delle unghie gialle. In particolare l’onicolisi di natura microtraumatica è provocata da un cattivo appoggio che determina un conflitto delle lamine con la calzatura (visita biomeccanica). Diabete, malattie sistemiche croniche, terapie farmacologiche, condizioni di immunodepressione, sudorazione eccessiva, età avanzata, sono fattori che possono favorire l’instaurarsi di tale infezione.
Per l’onicomicosi subungueale il trattamento podologico prevede la rimozione incruenta ed indolore della porzione di lamina parassitata, nonché una toelettatura accurata del letto ungueale al fine di potenziare ampiamente l’azione farmacologica. La terapia ha una durata di alcuni mesi durante i quali è necessario sottoporsi a controlli periodici per verificare lo stato della ricrescita e raggiungere una completa risoluzione.
L’ipertrofia ungueale o onicogrifosi, è un eccessivo ispessimento patologico della lamina, conseguente ad una iperproliferazione della matrice ungueale. Ciò determina un conflitto con la scarpa e possibili manifestazioni flogistiche o di tipo infettivo.
Cause ricorrenti sono un cattivo appoggio (visita biomeccanica), traumi violenti, calzature incongrue, psoriasi, onicomicosi, malattie sistemiche circolatorie che inibiscono il supporto necessario di nutrienti a livello periferico .
Il trattamento consiste nella riduzione dello spessore ungueale mediante fresatura, con l’utilizzo di turbine.
Solo a fini estetici è possibile ricostruire la lamina mediante applicazione di apposite resine.
Le verruche sono la più comune infezione virale della pelle: sono generalmente proliferazioni benigne di cellule epiteliali, che colpiscono dal 7 al 10 % della popolazione.
L’agente eziologico è lo Human Papilloma Virus (HPV) che prospera in ambienti caldi e umidi come piscine, spogliatoi e si trasmette per contatto diretto, frequentemente attraverso piccoli tagli o abrasioni nello strato corneo della pelle.
Spesso le verruche vengono confuse con l’Ipercheratosi (callosità) e viceversa, ma il podologo, curandole quotidianamente è particolarmente affinato nel discernere tra le due condizioni.
Dato che alcune verruche sono resistenti e tendono a recidivare, nel corso degli anni sono stati proposti diversi tipi di trattamenti medici tra i quali agenti cheratolitici, farmaci topici, farmaci per via orale, laser chirurgico, integratori alimentari, iniezioni intra lesionali, escissione chirurgica, con percentuali di successo che variano in modo significativo.
Il trattamento podologico delle verruche plantari si avvale di periodici debridement (pulizia) della lesione dopo causticazione con acido salicilico, acido nitrico o agenti crioterapici come il protossido di azoto fino a completa risoluzione.
Tale approccio è incruento, poco doloroso (indicato anche per i bambini) e grazie ai periodici controlli permette una terapia mirata e calibrata evitando esiti cicatriziali e garantendo una scarsa possibilità di recidive.
Con il termine dita a martello o a griffe si indica una deformità delle dita che si presentano piegate verso il basso o sovrapposte le une alle altre.
Causa principale di questa problematica è un cattivo appoggio del piede (visita biomeccanica) che determina un’alterazione della muscolatura responsabile del funzionamento delle dita.
Altre cause sono legate a patologie reumatoidi, neurologiche, diabete ecc…
Soventemente tali deviazioni generano un conflitto tra il dito e la calzatura, dando cosi origine a formazioni callose, borsiti o lesioni di tipo ulcerativo. Il trattamento podologico in prima istanza mira a risolvere la fase acuta attraverso opportune medicazioni e l’utilizzo di calzature idonee.
Successivamente possono essere realizzati opportuni dispositivi medici su misura (siliconi) per impedire il ripresentarsi della problematica.
L’alluce valgo è una deformità del primo dito che devia verso le altre dita.
Causa principale di questa problematica è un cattivo appoggio del piede (visita biomeccanica) che determina un sovraccarico a livello dell’articolazione dell’alluce.
Altre cause sono legate a patologie reumatoidi, neurologiche, diabete ecc…
Per tale motivo, quando la deviazione è a livelli iniziali può essere controllata in modo conservativo attraverso l’utilizzo di ortesi plantari che ne bloccano o rallentano il progredire. Quando la deviazione è conclamata può generare un conflitto tra il dito o la sporgenza ossea (cipolla) e la calzatura, dando cosi origine a formazioni callose, borsiti o lesioni di tipo ulcerativo. In questo caso, in prima istanza si mira a risolvere la fase acuta attraverso opportune medicazioni e l’utilizzo di calzature idonee, successivamente possono essere realizzati dispositivi medici su misura (siliconi – plantari) per impedire il ripresentarsi della problematica.
L’alluce rigido, patologia molto frequente, non comporta una deviazione scheletrica, come nell’alluce valgo, ma è caratterizzato da una riduzione di movimento dell’articolazione dell’alluce.
Causa principale di questa problematica è un cattivo appoggio del piede (visita biomeccanica) che determina un sovraccarico a livello dell’articolazione dell’alluce, altre cause sono legate a patologie reumatoidi, neurologiche, diabete ecc…
Ciò comporta dolore all’articolazione durante il cammino, spesso con calzature a tacco alto.
Il processo è degenerativo, si passa da una limitazione del movimento dell’alluce sino ad un irrigidimento vero e proprio. Nelle fasi iniziali un trattamento ortesico-plantare può bloccare o rallentarne l’evoluzione.scribe the item or answer the question so that site visitors who are interested get more information. You can emphasize this text with bullets, italics or bold, and add links.
La metatarsalgia è un’infiammazione dei tessuti molli plantari che si manifesta con dolore localizzato nella zona plantare dell’avampiede, che inizialmente può presentarsi dopo il cammino ma, con il tempo, può manifestarsi già dai primi passi o anche a riposo.
La causa principale è un’anomala deambulazione (visita biomeccanica) la quale determina un’instabilità dell’avampiede durante il cammino producendo un insulto meccanico delle ossa metatarsali sui tessuti sottostanti. Con una certa frequenza il sintomo si associa a callosità e deformità scheletriche dell’avampiede (es. dita a martello, alluce valgo ).
La terapia podologica consiste nell’impiego di ortesi plantari con lo scopo di favorire una deambulazione corretta e risolvere la sintomatologia.
Vi possono essere altre condizioni con diversa eziologia che si manifestano con dolore nella stessa zona come verruche, ulcerazioni, fratture da stress, neurinoma di morton ecc…
La malattia diabetica può portare a diverse complicanze tra cui la patologia del piede diabetico che può comportare un’alterazione della sensibilità (neuropatia), un deficit della vascolarizzazione (arteriopatia) del piede. Questa malattia espone il soggetto a rischi ulcerativi che possono condurre a severe complicanze.
I portatori di tale patologia devono necessariamente sottoporsi a controlli periodici dal medico diabetologo, ma anche dal podologo che ha un ruolo fondamentale nella prevenzione e su prescrizione medica anche nella cura delle lesioni ulcerative.
La fascite plantare, conosciuta anche come “spina calcaneare”, è un dolore localizzato a livello plantare del calcagno o della volta. Agli esordi si manifesta con un dolore acuto nei primi passi del mattino, dopo il risveglio, ma con il cronicizzarsi della problematica il sintomo si manifesta anche durante il giorno peggiorando al carico prolungato.
La causa è la sindrome pronatoria poiché, un abbassamento della volta, determina uno stiramento di un robusto legamento chiamato fascia plantare che collega il calcagno alla base delle dita. Col passare del tempo, in alcuni soggetti, la continua trazione del legamento a livello calcaneare può creare uno sperone calcaneare.
Il trattamento conservativo podologico è la terapia d’elezione e si attua dopo una valutazione biomeccanica, mediante l’utilizzo di ortesi plantari con lo scopo di controllare l’eccesso di pronazione che scatena il sintomo.
L’applicazione di taping funzionali, l’esecuzione di alcuni esercizi di stretching, eventuali terapie fisiche (es. onde d’urto) possono essere parti integranti della cura. Altre patologie che possono provocare un dolore al tallone sono l’artrite psoriasica, intrappolamento de nervo tibiale posteriore e fratture da stress calcaneari. L’approccio chirurgico andrebbe preso in considerazione solo in rari casi in cui la strada conservativa non porti a risoluzione.
Le distorsioni di caviglia, spesso hanno il medesimo fattore eziologico delle tendiniti dei peronei, cioè un’anomala supinazione del piede, ovvero un piede che strutturalmente tende ad essere cavo e ad appoggiare sul bordo esterno; spesso sono associate ad una certa lassità legamentosa. Questi infortuni sono molto comuni ed accentuati in soggetti che praticano attività sportive.
La terapia ortesico-plantare risulta essere particolarmente efficace poiché è in grado di ristabilire un corretto appoggio plantare impedendo la tendenza distorsiva (visita biomeccanica).
La metatarsalgia di Morton, o neuroma di Morton, è un ispessimento del nervo inter digitale che si trova nel terzo spazio intermetatarsale. Inizialmente si manifesta in modo improvviso con un dolore nevralgico (bruciore, scossa, formicolio) di notevole intensità tanto che si avverte la necessità di togliere la calzatura per avere una remissione del sintomo il quale però, con il passare del tempo, diventa costante durante la deambulazione e può comparire anche a riposo.
La causa è la sindrome pronatoria, la quale determina un’instabilità dell’avampiede durante il cammino producendo un insulto meccanico delle ossa metatarsali che comprimono il nervo. L’utilizzo di calzature strette a livello dell’avampiede può esacerbare la sintomatologia. Vi sono altre condizioni che presentano sintomi simili (metatarsalgia) e vanno escluse attraverso una diagnosi differenziale che è essenzialmente clinica (visita biomeccanica ) può essere supportata da esami strumentali (ECO-RMN).
La terapia podologica consiste nell’impiego di ortesi plantari con lo scopo di decomprimere il nervo dall’insulto meccanico. Agire quindi sulla causa, è il primo passo per un corretto approccio alla problematica che, in caso di mancata risoluzione, si integra in modo multidisciplinare con l’intervento medico ortopedico.
Con il termine pronazione anomala ci si riferisce a un cattivo appoggio del piede che determina un abbassamento più o meno importante della volta plantare (piede piatto) che cade verso l’interno.
Le cause possono essere molteplici e riguardare il piede o le strutture sovra podaliche ( es. ginocchio varo, valgo , accorciamenti muscolari , problematiche del rachide).
Per tale motivo è opportuno eseguire una visita biomeccanica al fine di individuare il trattamento più idoneo prevenendo cosi la comparsa di complicanze. Infatti, la pronazione anomala sovente da origine a sintomatologie dolorose o deviazioni scheletriche che per lo più compaiono col passare degli anni ma che possono anche manifestarsi già in età giovanile o addirittura in età pediatrica, quali: metatarsalgia, alluce valgo, dita a martello, algie al rachide, unghia incarnita ecc..
Con il termine supinazione anomala ci si riferisce a un cattivo appoggio del piede che determina un aumento più o meno importante dell’arco plantare (piede cavo) con appoggio verso l’esterno.
Le cause possono essere molteplici e riguardare il piede o le strutture sovra podaliche.
Per tale motivo è opportuno eseguire una visita biomeccanica al fine di individuare il trattamento più idoneo prevenendo cosi la comparsa di complicanze. Infatti, la supinazione anomala sovente da origine a sintomatologie dolorose o deviazioni scheletriche che per lo più compaiono col passare degli anni ma che possono anche manifestarsi in età giovanile o addirittura in età pediatrica, quali: metatarsalgia, dita a martello, tendiniti, ipercheratosi, algie al rachide , tendenza distorsiva ecc.
La tendinite achillea è un’infiammazione del tendine o delle strutture che lo circondano (come le guaine e le borse) che collega la parte muscolare posteriore della gamba (gastrocnemio e soleo) al calcagno. Si manifesta con dolore al carico prolungato.
Diverse sono le cause, come alcune malattie sistemiche (es.: artrite reumatoide), alcune cure farmacologiche (es.: ciprofloxacina e altri antibiotici), ma la causa principale è dovuta a stress meccanico.
Vengono maggiormente colpiti soggetti che praticano attività sportive ad alto impatto sul piede (es.: tennis, running, basket) e soggetti con un’alterata deambulazione come la sindrome pronatoria che determina una sollecitazione meccanica anomala sul tendine.
La terapia podologica risulta essere particolarmente efficace poiché è in grado di ridurre gli stress meccanici a carico del piede, sia attraverso l’utilizzo di ortesi plantari, sia mediante l’impiego di taping funzionali ed esercizi di stretching muscolari. In accordo con il medico curante, possono essere consigliate altre terapie del caso.
La tendinite dei muscoli peronei è una condizione infiammatoria dei tendini che decorrono lungo la parte laterale della caviglia e del piede.
Si manifesta inizialmente con dolore al carico prolungato e con il passare del tempo il disturbo può peggiorare, verificandosi anche a riposo. Frequentemente tale sintomatologia si associa ad una tendenza distorsiva.
La causa principale è un’anomala supinazione del piede, ovvero un piede che strutturalmente tende ad essere cavo ed appoggiare sul bordo esterno: ciò provoca una sollecitazione al tendine, causandone un progressivo indebolimento.
La terapia podologica, quando il tendine non presenta alterazioni strutturali, risulta essere particolarmente efficace poiché siamo in grado di ridurre gli stress meccanici attraverso l’utilizzo di ortesi plantari funzionali. Tale approccio può essere integrato in accordo col Medico con altre terapie del caso.
La tendinite del Tibiale Posteriore è una condizione infiammatoria del tendine che ha origine nella parte posteriore della gamba, decorre posteriormente al malleolo tibiale e si inserisce a livello plantare dell’arco del piede.
Inizialmente si manifesta con dolore e gonfiore nella regione interna della caviglia che viene esacerbato al carico prolungato, col passare del tempo il disturbo può peggiorare verificandosi anche a riposo.
Tra le diverse cause (traumatiche, infiammatorie come l’artrite reumatoide) la principale è un’anomala pronazione ovvero un abbassamento dell’arco interno del piede. Ciò provoca una sollecitazione meccanica sul tendine causandone un progressivo indebolimento sino ad una possibile rottura parziale o totale.
La terapia podologica, quando il tendine non presenta alterazioni strutturali, risulta essere particolarmente efficace poiché siamo in grado di ridurre gli stress meccanici a carico del piede attraverso l’utilizzo di ortesi plantari funzionali. Tale approccio può essere integrato in accordo col Medico Curante con terapie anti-infiammatorie.
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